Gennaio 14, 2021

Dal 2014 Gennaio fa rima con Vegano, lo sapevate? È infatti in quell’anno che in UK nasce il movimento chiamato Veganuary. Molti di voi sapranno già di cosa si tratta. Per chi non lo sapesse faccio un piccolo sunto: il termine deriva dall’unione di Vegan e January ed è nato con l’intento di invitare le persone a consumare cibi d’origine vegetale per il mese di gennaio. Non è una gara, ma un progetto di sensibilizzazione a uno stile di vita vegan, nel rispetto del nostro ambiente, degli animali e della nostra salute.

Questo è il momento giusto (anche se in realtà ogni momento è quello giusto) per parlare ai nostri amici, parenti, colleghi, vicini di casa onnivori di tutti i vantaggi di un’alimentazione vegetale; per provare insieme a loro nuove ricette e scoprire nuovi sapori; per imparare insieme a loro che lo stile di vita vegano ha a cuore non solo gli animali e la nostra salute, ma anche il pianeta.

Già, perché un’alimentazione vegetale (o in prevalenza vegetale) è sostenibile.

La zootecnia, soprattutto quella intensiva, odierna, è la causa di moltissime devastazioni ambientali, prima su tutte la deforestazione amazzonica. L’allevamento è infatti responsabile del 91% dei disboscamenti di questo grande polmone terrestre.

Passiamo poi all’acqua. Occorre considerare l’impiego dell’acqua nel suo complesso: l’acqua utilizzata per coltivare i mangimi, l’acqua per dissetare gli animali allevati, l’acqua utilizzata per pulire stalli e macelli e così via. Basti pensare che per produrre un kg di manzo occorrono 100.000 litri d’acqua, mentre per un chilo di frumento solo 900 e per un chilo di soia scendiamo a 2000.* 

Già la soia. C’è la falsa credenza che sia la soia la causa principale della deforestazione di cui parlavo sopra. Ma la soia che sta abbattendo i nostri boschi è destinata proprio agli animali: campi di soia e cereali che vengono usati non per nutrire noi, ma per nutrire gli animali, magari anche dall’altra parte del mondo (spoiler: vedi alla voce trasporti più in basso).

Capitolo CO2: La FAO (l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura) ha dichiarato che gli allevamenti intensivi producono il 14,5% di CO2. Può sembrare una percentuale non esorbitante, ma lo è se consideriamo che il traffico aereo ne produce solo il 2%**.

Non solo CO2. Sono moltissimi gli altri gas serra emessa dagli allevamenti: metano (35%) e protossido di azoto (65%) seguono a ruota (sempre fonte FAO).

Raramente quando si parla di alimentazione sostenibile viene in mente il settore trasporti. In realtà questo settore ha un impatto parecchio rilevante: basti pensare a tutta la strada che gli animali allevati devono percorrere, la stessa che compiono anche i mangimi a loro destinati.

A tutti i nostri amici che proveranno a preparare e gustare piatti vegetali questo Veganuary (speriamo che poi continueranno!) raccontiamo che essere vegani non è solo una scelta etica, ma è anche sostenibile. Per tutti.

 

* Fonte:Water Resources: Agriculture, the Environment, and Society

** Fonte: Air Transport Action Group 

 Federica Albertin

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